Jump to Main Content

  • Cassazione: l'inadempimento dell'avvocato verso i terzi è illecito permanente
    Con l'ordinanza n. 14701 del 2025, le Sezioni Unite civili della Corte di Cassazione hanno chiarito un importante principio in tema di responsabilità disciplinare dell'avvocato, qualificando l'inadempimento verso i terzi come illecito disciplinare permanente. La decisione assume rilievo per la ricostruzione della natura giuridica del comportamento inadempiente dell'avvocato nell'ambito del procedimento disciplinare previsto dal Codice deontologico forense.Il fatto e la questione posta Il caso trae origine da un procedimento disciplinare avviato nei confronti di un avvocato, accusato di non aver adempiuto a obbligazioni assunte nei confronti di terzi estranei al mandato professionale. La questione centrale sottoposta alle Sezioni Unite era se tale inadempimento dovesse considerarsi com...
  • Avvocati: un semplice raffreddore non giustifica il rinvio dell'udienza
    Il Consiglio Nazionale Forense, con la sentenza n. 405 del 2024 pubblicata l'11 giugno 2025 sul sito del Codice deontologico, ha affrontato una questione di rilevante interesse per la disciplina del giusto processo in ambito deontologico forense: la qualificazione del legittimo impedimento a comparire all'udienza disciplinare. In particolare, il CNF ha stabilito che una generica sindrome influenzale, priva di elementi oggettivi idonei a dimostrare l'assoluto impedimento a presenziare, non giustifica il rinvio dell'udienza per legittimo impedimento.Il contesto normativo Il Collegio ha richiamato il disposto dell'art. 420-ter del codice di procedura penale, applicabile anche ai procedimenti disciplinari in forza del rinvio operato dall'art. 59, lett. n), della legge n. 247/2012. La norm...
  • Il tribunale annulla fattura idrica da 11.000 euro per perdita occulta
    Il Tribunale di Brindisi con sentenza n. 455/2025 ha annullato una fattura idrica di € 11.216,35 emessa da un gestore del servizio idrico integrato, accogliendo integralmente l'opposizione proposta da un utente domestico. I fatti Il caso trae origine dalla ricezione, da parte dell'utente, di una fattura dell'importo di € 11.216,35 per consumo idrico accertato in un arco di sei mesi che rispetto alle altre fatture già pagate risultava anomala. Prima della bolletta oggetto di contestazione l'utente ne aveva già ricevuta un'altra dall'importo di oltre 8.000 euro; in quell'occasione aveva scoperto una perdita occulta nella rete idrica interna che prontamente riparava tramite l'intervento di un tecnico qualificato. Dato il cospicuo importo l'utente, assistito al proprio legale, def...
  • Avvocato: illecito disciplinare se non restituisce atti al cliente
    La sentenza n."421/2024 del CNF (pubblicata il 16 giugno 2025 sul sito del Codice deontologico) riguarda un avvocato che non restituiva al cliente – e alla parte assistita – atti e documenti relativi al mandato professionale. In particolare, l'avvocato tratteneva copie di atti giudiziali, perizie, e documenti utili per proseguire il contenzioso. Il cliente lamentava la condotta ostruzionistica, evidenziando il proprio diritto a riaffermare la documentazione dopo la cessazione del rapporto professionale.La decisione del CNF: violazione dell'art."33 CDF Il CNF ha ribadito che l'art."33 del Codice Deontologico Forense impone all'avvocato di restituire prontamente atti e documenti al cliente e alla parte assistita, una volta terminata la prestazione o revocato il mandato. Soltanto la ...
  • Legittima l'omessa depenalizzazione del reato di ingresso illegale
    L'omessa depenalizzazione del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato costituisce mancata attuazione di una parte dell'oggetto della delega contenuta nella legge numero 67 del 2014: trattandosi quindi di delega in minus, non sussiste la violazione dell'articolo 76 della Costituzione. È quanto si legge nella sentenza numero 81/2025, con la quale la Corte costituzionale ha dichiarato non fondata la questione sollevata dal Tribunale di Firenze, in riferimento all'articolo 76 della Costituzione, dell'articolo 3 del decreto legislativo numero 8 del 2016, nella parte in cui non prevede la depenalizzazione del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato. La sentenza ha precisato che l'omessa depenalizzazione non determina nemmeno lo stravolgimento...
  • Danneggiamento volontario: illecito grave per l'avvocato
    Il Consiglio Nazionale Forense ha emesso la sentenza n."420/2024, pubblicata il 16 giugno 2025 sul sito del Codice deontologico, affermando che il danneggiamento volontario di beni altrui da parte di un avvocato costituisce grave illecito disciplinare. Una violazione dell'art."9 Cdf – che tutela dignità, probità e decoro – danneggia l'immagine dell'intera professione. I fatti: martello, vetri rotti e responsabilità Il provvedimento riguarda un avvocato che, con un martello, ha frantumato tutti i vetri – anteriori e posteriori – della vettura della moglie, compreso parabrezza e lunotto posteriore. Una condotta volontaria e ripetuta che, secondo il CNF, compromette non solo i beni materiali, ma l'integrità morale del professionista. Motivazione del CNF Secondo la giurisprudenza disc...
  • E' legittimo il licenziamento tramite WhatsApp?
    Per chi si occupa di personale, licenziamenti e relative cause, tale sentenza cristallizza una situazione che si è verificata da diversi anni, si può licenziare un dipendente tramite WhatsApp" e quali sono gli elementi fondamentali"Il Tribunale di Napoli Nord, con la sentenza n. 1758 del 16 aprile 2025, ha respinto il ricorso di due lavoratori che avevano impugnato il recesso comunicato via smartphone, difatti il Tribunale ha ritenuto che il fatto stesso che i dipendenti avessero contestato il messaggio WhatsApp dimostrava la loro piena conoscenza del licenziamento, rendendolo così valido.La vicenda riguardava, appunto due lavoratori che sostenevano che il loro licenziamento fosse stato comunicato oralmente, in violazione dell'art. 2 della Legge 604/1966, che richiede la forma scritta ad s...
  • Patto di quota lite nullo anche per gli incarichi non contenziosi
    Il divieto del patto di quota lite si estende anche agli incarichi di natura non contenziosa. È quanto ribadisce la Corte di Cassazione con l'ordinanza n. 14699/2025, depositata il 30 maggio 2025, affermando che la nullità di tali accordi è assoluta e riguarda ogni tipologia di prestazione legale, indipendentemente dalla presenza di un contenzioso giudiziario.La questione: accordo legale condizionato al risultato La pronuncia trae origine da una controversia tra cliente e legale in merito alla pattuizione di un compenso subordinato al buon esito di una pratica extragiudiziale, avente ad oggetto la rivendicazione di un credito. Il cliente, dopo l'esito favorevole, ha contestato la validità dell'accordo economico, invocando l'applicazione dell'art. 13, comma 4, della L. n. 247/2012, che...
  • Reversibilità esclusa alla figlia invalida se il mantenimento non è stabile
    Pensione di reversibilità: la figlia non ha diritto se manca un sostegno economico costante dal genitore defunto. Con l'ordinanza n. 15288 del 9 giugno 2025, la Corte di Cassazione ha fornito ulteriori chiarimenti sul concetto di "vivenza a carico" ai fini della pensione di reversibilità in favore dei figli maggiorenni inabili. Secondo i giudici di legittimità, non è sufficiente provare la coabitazione con il genitore deceduto o l'assenza di redditi propri per ottenere la prestazione previdenziale. È invece necessario dimostrare che il sostentamento economico era assicurato in modo continuativo e prevalente dal genitore scomparso. In altri termini, l'apporto economico del genitore deve risultare stabile e dominante rispetto ad altre fonti di sostegno o reddito, anche se la condiz...
  • Sanzioni disciplinari avvocati: il CNF chiarisce i criteri
    La determinazione della sanzione disciplinare non può essere affidata a formule matematiche. A precisarlo è il Consiglio Nazionale Forense, che con la sentenza n. 407/2024, pubblicata il 7 giugno 2025 sul sito del Codice Deontologico, ha ribadito che la sanzione va commisurata a una valutazione complessiva dei fatti, tenendo conto di elementi aggravanti e attenuanti, nonché del comportamento processuale dell'incolpato.Il principio affermato Secondo il CNF, la decisione in materia disciplinare deve fondarsi su una valutazione concreta e contestualizzata del comportamento dell'avvocato, non su un'automatica applicazione di sanzioni predefinite. Il Collegio ha chiarito che occorre considerare: la gravità oggettiva della condotta; eventuali precedenti disciplinari, come fattori aggr...
  • CIG anche per i c.d. "contratti esclusi" dall'applicazione del Codice
    L'Unione nazionale avvocati amministrativisti (U.n.a.a.), con ricorso notificato il 29.01.2024, ha richiesto al Tar Lazio l'annullamento "in parte qua" della delibera n. 584 del 19.12.2023 di A.n.a.c. (Autorità nazionale anticorruzione), avente ad oggetto "Indicazioni relative all'obbligo di acquisizione del CIG e di pagamento del contributo in favore dell'Autorità per le fattispecie escluse dall'ambito di applicazione del codice dei contratti pubblici" e degli atti ad essa collegati, l'U.n.a.a. pone l'attenzione sui "servizi legali esclusi dall'applicazione del Codice", materia per cui sussiste in capo all' Unione un interesse diretto, attuale e concreto all'annullamento degli atti impugnati. All'udienza pubblica del 20 maggio 2025, la causa viene introitata per la decisione. &...
  • Avvocati d'ufficio: nessun obbligo di comunicare la cancellazione
    Nessuna disposizione normativa o regolamentare impone all'avvocato, una volta ottenuta la cancellazione dall'elenco dei difensori d'ufficio, di informarne Giudici o Pubblici Ministeri. A stabilirlo è il Consiglio Nazionale Forense con la sentenza n. 399/2024, pubblicata l'8 giugno 2025 sul sito del Codice Deontologico, che ha accolto il ricorso di un legale sanzionato disciplinarmente per non aver comunicato tempestivamente la propria cancellazione.Il caso Il procedimento ha avuto origine dalla sanzione inflitta dal Consiglio Distrettuale di Disciplina a un avvocato che, dopo aver ottenuto la cancellazione dall'elenco dei difensori d'ufficio, non aveva avvisato il P.M. né il giudice del dibattimento, pur avendo ricevuto la notifica del decreto di citazione a giudizio. L'avvocato aveva ...
  • Prepensionamento per invalidità 80%
    Il tema del prepensionamento per i lavoratori disabili è di grande rilevanza sociale e giuridica in Italia. Una delle questioni più dibattute e cruciali, che ha generato incertezza per anni, riguarda il tipo specifico di invalidità che deve essere accertata per poter accedere a tale beneficio. In particolare, ci si chiede quale sia l'invalidità pari o superiore all'80% che consente di anticipare l'età pensionabile a 55 anni per le donne e a 60 per gli uomini. Su questo punto fondamentale, la giurisprudenza della Corte di cassazione ha fornito chiarimenti essenziali, stabilendo una direzione ben precisa e definendo i parametri da adottare. La questione giuridica al centro del dibattito Prima degli interventi della Suprema Corte, vi era una notevole ambiguità sulla natura dell'invali...
  • Pluralità di illeciti deontologici: la sanzione resta unica
    Con la sentenza n. 422/2024, pubblicata il 7 giugno 2025 sul sito del Codice deontologico, il Consiglio Nazionale Forense ha ribadito un principio fondamentale in materia disciplinare: anche in presenza di più condotte illecite, poste in essere da un avvocato nell'ambito dello stesso procedimento, la sanzione disciplinare deve essere unica. Il principio, sancito dall'art. 21 del Codice Deontologico Forense, mira a garantire una valutazione unitaria e proporzionata della condotta dell'incolpato, evitando una logica meramente aritmetica nella commisurazione delle sanzioni. Il caso: più addebiti, un solo procedimento La pronuncia trae origine da un procedimento disciplinare nel quale a un avvocato erano stati contestati diversi addebiti, relativi a violazioni multiple del Codice Deon...
  • Avvocati: crediti formativi obbligatori a prescindere dalla competenza
    Formazione continua: non basta "sapere", servono i crediti Con la sentenza n. 423/2024, pubblicata il 6 giugno 2025 sul sito ufficiale del Codice Deontologico Forense, il Consiglio Nazionale Forense ha ribadito un principio chiave per la professione legale: l'obbligo di formazione continua è formale, tracciabile e inderogabile. Non può essere sostituito da una generica affermazione di competenza o da attività professionali svolte, anche se riconducibili al settore giuridico. Il caso: "Scrivo per una rivista, quindi sono aggiornato" Il procedimento disciplinare ha riguardato un avvocato che, non avendo conseguito i crediti formativi obbligatori, era stato sanzionato dal Consiglio Distrettuale di Disciplina. In fase difensiva, l'incolpato aveva sostenuto l'illegittimità della sanzione, a...


Fonte: www.studiocataldi.it